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Tavolo di filiera delle Piante Officinali, dalla Sapienza un importante primo passo!

Dal Consiglio di Corso di Studio in SFA, CdL in Scienze Erboristiche dell’Università Sapienza di Roma, riceviamo e pubblichiamo il presente documento con la speranza che possa essere preso come riferimento da tutte le Università in cui si tengono i Corsi di Laurea per formare gli erboristi italiani.

In data 10 giugno 2014 si è riunito il CCS (Consiglio di Corso di Studio) in SFA (Classe L-29) e Classe 24 della Facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università Sapienza di Roma, presieduto dalla Prof.essa Luisa Mannina. Al CCS in SFA (Scienze Farmaceutiche Applicate) fanno riferimento le attività didattiche dei Corsi di Laurea in Informazione Scientifica sul Farmaco e in Scienze Erboristiche.

Il CCS si occupa quindi direttamente della formazione professionale dei futuri erboristi laureati.

Nel corso della riunione è stata presa in esame la recente proposta di revisione della legge del 1931 sull’Erboristeria. Dopo attento esame è stata approvata all’unanimità la seguente delibera.

Presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali è stato istituto il Tavolo di filiera delle Piante Officinali, nato dall’esigenza di affrontare all’unisono le molteplici sfaccettature del settore delle piante officinali: dalla pianta (anche spontanea) al prodotto finito. Il Tavolo di filiera delle Piante Officinali è l’Organismo ove realizzare i processi di concertazione e coordinamento tra il MiPAAF, il Ministero della salute, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le Regioni, le Organizzazioni Professionali, le Organizzazioni dei Produttori, le Unioni Nazionali degli operatori del commercio e della trasformazione industriale, l’AGEA, l’ISMEA, l’INEA, gli Enti di ricerca del CRA, del CNR, delle Università.

In tale ottica il MiPAAF ha promosso, dal mese di luglio 2011, vari incontri tra tutte le parti interessate, con lo scopo di predisporre una mappatura del settore nella sua interezza, evidenziandone le criticità strutturali, al fine di individuare le azioni prioritarie di intervento per il rilancio, in generale, soprattutto delle coltivazioni e delle possibili aree di sviluppo per gli operatori agricoli.

Il tutto si è concretizzato con la predisposizione di un “Piano del settore della Filiera delle Piante Officinali” che contiene sia proposte tecniche che, soprattutto, politiche che dovranno inserirsi in maniera organica nell’attuale quadro di sostegno europeo e nazionale.

Nel suddetto Piano, all'atto della presentazione del Piano di settore alla Conferenza Stato – Regioni, senza che fossero stati approvati nelle riunioni, sono state inseriti due importanti aspetti: a) il “superamento” (cioè di fatto abrogazione) della legge n. 99 del 1931 "Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali" con una nuova legge riguardo alla quale si dà delega al governo di procedere; b) su impulso di alcune associazioni tra le quali la FIPPO (Federazione Italiana dei Produttori delle Piante Officinali) si richiede che venga eliminato il riferimento alla figura dell'erborista per quanto concerne la coltivazione e la prima trasformazione delle piante officinali.

Premesso che

a)      appare evidente che la legge del 1931 vada aggiornata alla luce dei numerosi cambiamenti avvenuti tuttavia bisogna considerare che tale legge ha costituito finora un punto di riferimento per tutti gli atti successivi, compreso l’impianto dei corsi di laurea dedicato alla formazione della figura professionale dell’erborista

b)      sebbene ci sia bisogno di una revisione, nella legge vengono chiaramente stabiliti competenze, ruolo e ambito di operazione dell’erborista. Una rivisitazione di tale ruolo non può prescindere da un ampio dibattito e da una attenta considerazione, che coinvolga tutti i soggetti interessati del settore

c)      la figura dell’erborista appare fondamentale e centrale per ottenere prodotti di qualità, con le caratteristiche necessarie per svolgere il loro ruolo in ambito salutistico.

Si chiede

a)      che in qualsiasi revisione della Legge del ’31, i soggetti interessati, dalle Associazioni degli erboristi fino alle Università, siano coinvolti affinché si raggiunga il risultato più adatto ed idoneo

b)      che il patrimonio di formazione professionale e di valore dei prodotti erboristici prodotti in Italia sia tutelato e rispettato

c)      che sia mantenuta e valorizzata come irrinunciabile l’importanza e la centralità dell’erborista nell’ambito dell’impiego opportuno e consapevole delle piante officinali.

Si fa inoltre presente che mancando i criteri sovra riportati gli stessi corsi di laurea in Scienze e/o Tecniche Erboristiche sarebbero da considerarsi privi di significato e di valore, con conseguente diretto danno sul loro possibile svolgimento.

Adesso ci aspettiamo che anche le altre sedi universitarie presso le quali si laureano i nuovi erboristi assumano pubblicamente un'analoga posizione, anche per chiarire definitivamente se anche tra loro esiste un pensiero comune che porti alla realizzazione di atti concreti a favore di quella categoria che loro stesse concorrono a formare, noi ce lo auspichiamo! (NdR FEI)